Era la sera di sabato 26 maggio, e il pubblico canturino defluiva mestamente dal Pianella, dopo la sconfitta per 69-78 in gara 5 dei quarti playoff contro Pesaro. Una sconfitta inaspettata, soprattutto per come si era messa la serie all’inizio, con Cantù avanti 2-0 (e con soli 47 punti concessi agli avversari in una gara 2 letteralmente dominata) e in controllo dell’inerzia della sfida. Invece, alla lunga venne fuori il più alto tasso di atletismo di Pesaro, che fu addirittura debordante in una gara 5 che, per quanto in bilico per tre quarti, non diede mai davvero la sensazione di poter alla fine vedere Cantù vincitrice.
E proprio su questo punto, sull’esplosività e sull’atletismo, si è puntato durante l’estate per evitare il ripetersi di una situazione simile. Via, un po’ a malincuore, Basile e Marconato, confermato (ma anche lui a lungo in dubbio) solo capitan Mazzarino tra i vecchi. La squadra, per la prima volta nell’era Trinchieri, è stata rifatta quasi totalmente: solo quattro sono i giocatori della scorsa stagione (Leunen, Markoishvili, Mazzarino e Scekic), ma di fatto è come se fossero tre perché Scekic l’anno scorso si fece male subito e saltò tutta la stagione. Dentro gente fresca, giovane e atletica, come Tyus, Brooks, Smith, gli italiani Aradori e Cusin e il ritorno dopo il prestito di Tabu da Cremona. Se non è stata rivoluzione poco ci manca.
Di dubbi ce n’erano tanti all’inizio ma, almeno per ora, sono stati spazzati via: la squadra, che si affaccia proprio questa settimana all’esordio in Eurolega, è partita con la vittoria tanto agognata nella Supercoppa contro Siena, ha proseguito con il tre su tre nel Qualifyng Round di Desio (che è valso proprio la partecipazione alla massima competizione continentale), ed ha concluso questo primo ciclo con le nette vittorie in campionato contro Venezia e Roma (quest’ultima di fatto la prima gara giocata per davvero in trasferta).
Tante le sorprese di questo inizio, scovate dalla solita genialità di Bruno Arrigoni. Forse una su tutte: stiamo parlando di Alex Tyus, ala-centro 24enne proveniente dalla formazione israeliana del Maccabi Ashdod, alla quale era giunto nell’estate 2011 dopo quattro anni alla prestigiosa università di Florida. Tyus è diventato in brevissimo tempo un vero idolo per il popolo canturino, per le sue incredibili capacità atletiche, i suoi salti, e le sue tremende schiacciate quando riceve palla nei pressi del ferro o quando vola a completare un alley-oop (e se ne sono visti già parecchi, tra Desio e il Pianella) Il suo biglietto da visita sono stati i 18 punti contro Siena, nella Supercoppa di Rimini, poi un ottimo apporto nelle tre gare di Desio e infine un incredibile 13-13 dal campo con il quale ha iniziato la propria avventura nelle prime due gare di Serie A.
Ma non si deve sottovalutare l’impatto avuto in questo inizio dal play Jerry Smith, definito da coach Trinchieri “il McCalebb dei poveri”, dall’ala Jeff Brooks, un altro che non si fa problemi quando c’è da schiacciare, e dallo stesso Jonathan Tabu, che ha dimostrato di essere maturato rispetto alla stagione di due anni fa a Cantù. Gli stessi Aradori e Cusin, pur andando ancora un po’ a corrente alternata in questo inizio, si sono calati subito alla grande nel gruppo canturino. E poi, i “vecchi” non vanno di certo dimenticati: Markoishvili è stato MVP a Rimini, Leunen il miglior giocatore della finale di Desio, e Mazzarino che, per quanto cominci a sentire il peso degli anni, è sempre in grado di infilare qualche bomba decisiva in un momento topico della gara, come ha fatto per esempio a Roma. Il tutto nell’attesa del rientro a tempo pieno di Scekic, che completerà del tutto il roster.
E’ con queste premesse che Cantù va ad affrontare la sua seconda Eurolega di fila. Il girone è difficile, molto difficile. Diciamo senza timori di smentite molto più difficile di quello della scorsa stagione. L’Olimpia Lubiana sembra sulla carta la più debole, ma stiamo comunque parlando di una formazione pericolosa e di tutto rispetto, e tutte le altre sono squadroni, a cominciare dal Khimki che ha vinto l’ultima Eurocup, per passare da Panathinaikos, Real Madrid e dal Fenerbahce di Simone Pianigiani, che a Desio stanno già aspettando da tempo. Insomma, già l’esordio casalingo con Lubiana (sulla carta la gara meno impegnativa di tutte e dieci) rischia di diventare decisivo. Un po’ come lo fu quello di un anno fa contro Nancy. Li Cantù si impose abbastanza nettamente, inaugurando una campagna europea che la portò a un soffio dall’ingresso nei quarti di finale, persi solo per la peggior differenza punti nei confronti diretti col Maccabi. Ora i brianzoli sognano di ripetere e magari – perché no? – migliorare quella grande impresa.
Luca Binda
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